Giovedì 2 Maggio 2024

Tour de France 2018, tappa 15. Le pagelle di Angelo Costa

Immenso Sagan, piccoli segnali dagli italiani

Tour de France 2018, la fuga di giornata con Pozzovivo (LaPresse)

Tour de France 2018, la fuga di giornata con Pozzovivo (LaPresse)

Carcassonne, 22 luglio 2018 - Doppietta Astana al Tour de France 2018. Dopo la vittoria di ieri di Omar Fraile, nella tappa di oggi - con arrivo a Carcassonne - il successo è andato a Magnus Cort Nilsen. Nulla da segnalare per quanto riguarda gli uomini di classifica. Domani giorno di riposo, da martedì si sale sui Pirenei. Ecco le pagelle della tappa 15

Tour de France 2018, classifica e risultati dopo la tappa 15

10 al Tour. Inteso come organizzazione. Dopo la caduta costata il ritiro a Nibali e le inevitabili polemiche sui giornali di tutto il mondo per l’indecoroso spettacolo offerto da molti tifosi sull’Alpe d’Huez, il patron Prudhomme è corso ai ripari: nell’ultima settimana, chi verrà trovato ad accendere fumogeni sarà arrestato. E’ una risposta durissima a chi rovina una corsa bellissima: è vero che a Nibali non verrà restituito nulla, ma stavolta i francesi non hanno fatto finta di niente.

100 a Sagan. Come le maglie verdi indossate in carriera: un record al quale, domenica prossima sui Campi Elisi, il Peter Pan iridato ne aggiungerà un altro, vestendo per la sesta volta il simbolo della corsa a punti. Un primato che il campione slovacco sta costruendo in perfetto stile Sagan: non cura la sua classifica solo con gli sprint (fin qui, tre successi di tappa e tre secondi posti), ma anche con le fughe (due su due nel weekend). Non un semplice corridore: uno spettacolo.

9 all’Astana. Sabato Fraile, domenica Cort Nielsen: non male per la squadra che corre con Scarponi nel cuore. Di tutte, è quella che approfitta meglio della libertà concessa da Sky nel weekend: massimo risultato con relativo sforzo, perché nella lunga fuga di giornata c’è anche Valgren, che chiude al quarto posto. Cort Nielsen, battendo Jon Izaguirre e Mollema, non si limita a vincere la prima tappa al Tour: regala alla Danimarca un successo che mancava da nove anni.

6 all’Italia. Piccoli segnali tricolori nella prima domenica del dopo Nibali: nella fuga di una trentina di unità che decolla quasi subito ci sono Pozzovivo, Colbrelli e Bennati. Gli ultimi due si smarriscono lungo la strada, Pozzovivo resta sul treno di prima classe, ma nulla può quando decolla il terzetto che va all’arrivo. Provare a giocarsi un successo di giornata, questo è il compito dei dodici italiani rimasti in corsa: dovessero interrompere un digiuno già salito a trenta tappe, champagne.

4 al Tour. Inteso come percorso. Nel secondo weekend, gli organizzatori regalano un paio di tappe da sbadigli: vero che dopo le Alpi si tenda a tirare il fiato, ma non è che il tracciato sia dei più stuzzicanti. Morale: in due giorni, il gruppo maglia gialla accumula oltre mezz’ora di ritardo dai fuggitivi, ovviamente tutti fuori classifica. Sotto questo aspetto, meglio il Giro d’Italia, che nei weekend piazza i Gran Sasso e gli Zoncolan: per tenere svegli tutti.